A pochi chilometri dalla ricca e famosa zona di grandi vini della Langa, nei pressi di Bastia Mondovì, sorge tra il verde della campagna la Chiesa di San Fiorenzo, un autentico gioiello dell'arte gotica.
Costruita sulla tomba del Santo agli inizi del II° millennio, come testimonianza tangibile di una fede profonda tramandata per generazioni, fu dapprima "cappella del pellegrino" che si affacciava su una delle più importanti vie del sale e, attraverso l'immagine del grande San Cristoforo dipinto sull'ingresso, invitava i viandanti alla sosta. Bastia era allora (1200) una Villa convenzionata di Mondovì alla quale aveva prima dato le origini ed ora ne seguiva le sorti alterne.
Già nel 1400, però, forte ed autonoma, costituirà il primo nucleo del dominio sabaudo nelle Langhe.
Affidata nel 1409 alla famiglia Della Torre, ricca non solo di mezzi economici ma anche di una profonda fede cristiana, Bastia trovò in Bonifacio Della Torre il mecenate che, con ardore e passione, si impregnò all'ampliamento della chiesetta di San Fiorenzo, realizzando la splendida cappella che a tutt'oggi possiamo ammirare.
Sul portale d'ingresso, Madonna col Bambino tra Fiorenzo e Giovanni Battista
Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Celeste
Sullo sfondo della navata gotica, la cappella del XII Secolo
La chiesa di San Fiorenzo è la prima applicazione sperimentale su un bene culturale del progetto pilota “Hinc” dell'associazione cuneese “Noau - officina culturale" che, con l'associazione San Fiorenzo, la parrocchia di San Martino di Bastia Mondovì, l'Alliance Française di Cuneo e con il contributo della Fondazione CrC e del Rotary Club Cuneo 1925, ha inserito sulla piattaforma www.hinc.info, fruibile da smartphone o da pc, la possibilità di “visitare” virtualmente la chiesa attraverso tre moduli narrativi.
Il primo, denominato “SCOPRI”, presenta le principali informazioni sulla chiesa; il secondo, "GUARDA", propone delle video animazioni per dare vita agli affreschi, e il terzo, “GIOCA”, offre la possibilità di interazione con animazioni digitali intervallate a domande e giochi didattici.
La semplice struttura racchiude all'interno un ciclo di affreschi così straordinario ed imponente da lasciare stupefatto il visitatore. Sono ben 326 mq. di affreschi realizzati a più mani dalle migliori scuole popolari del XV secolo: pareti policrome, arte semplice, spoglia di orpelli ma ricca di misticismo e di profonda religiosità.
Una "Bibbia dei poveri" che, attraverso le storie dei Santi, della Vita e della Passione di Cristo, del Paradiso e dell'Inferno, si fa catechesi per istruire, ammaestrare e confortare non solo la gente semplice della comunità rurale di allora, ma anche l'incantato visitatore di oggi.
Gli affreschi portano la data del 24 giugno 1472.